Un futuro senza sorveglianza biometrica di massa: l’iniziativa europea Reclaim Your Face punta al milione di firme

Lo scopo è arrivare alla Commissione Europea e rendere il divieto sempre più concreto

Mentre la Commissione Europea sta preparando nuove leggi sull’Intelligenza Artificiale, una coalizione in continua espansione di associazioni per i diritti umani e digitali, guidata da European Digital Rights (EDRi), mette in guardia dai molteplici pericoli che la sorveglianza biometrica di massa presenta per la nostra libertà e per la nostra dignità. 

Oggi la coalizione Reclaim Your Face lancia un’iniziativa dei Cittadini Europei (ECI) per chiedere all’Europa di vietare l’uso di algoritmi di IA che possono arrecare danni alla cittadinanza—come appunto la sorveglianza biometrica di massa. L’ECI è uno strumento ufficiale unico nel suo genere offerto dall’Unione Europea ai propri cittadini per organizzare e chiedere tutti insieme nuovi quadri legislativi su molteplici materie.

L’obiettivo dell’ECI, portata avanti in Italia dal Centro Hermes con il supporto di Associazione Luca Coscioni, Certi Diritti, CILD, Eumans, info.nodes, Privacy Network e StraLi, è raccogliere 1 milione di firme in almeno 7 paesi dell’UE nell’arco di un anno, ovvero febbraio 2022. Se avremo successo la Commissione Europea sarà obbligata a rispondere alla nostra richiesta formale per una nuova legge e aprire un dibattito con gli Stati Membri del Parlamento Europeo.

“Le politiche per la sicurezza della città sono legate a doppio filo già da tempo con altri concetti come il degrado e il decoro urbano. Le videocamere e gli strumenti di sorveglianza sono sempre più normalizzati perché la narrazione entro la quale vengono utilizzati si basa sull’assunto che controllare è più facile. Ma lo spazio della città appartiene ai cittadini e sono loro che, vivendo lo spazio pubblico, la rendono più sicura e inclusiva,” dichiara Laura Carrer, ricercatrice del Centro Hermes.

I cittadini europei si trovano di fronte a un momento storico cruciale: fermare la sorveglianza biometrica di massa prima che diventi talmente pervasiva da essere normalizzata nelle nostre società.

I casi di abuso in tutta Europa

La coalizione di associazioni che hanno dato vita a Reclaim Your Face ha già messo insieme prove di abusi sistematici dei dati biometrici delle persone in tutta Europa, e sta contrastando queste tecnologie con successo. In Serbia le autorità stanno sorvegliando la popolazione per le strade di Belgrado, in Italia le autorità hanno cercato di colpire direttamente le comunità con la sorveglianza biometrica nel parco della città di Como, e malgrado quella installazione sia stata dichiarata illegale dal Garante privacy italiano, altre città stanno cercando di introdurre tecnologie simili e persino la polizia vuole usarle per monitorare gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane. In Grecia, le autorità nazionali stanno indagando l’uso della sorveglianza biometrica quando la polizia effettua i controlli in strada. 

In Francia, la società civile ha portato in Tribunale l’impiego della sorveglianza biometrica di massa usata nelle scuole e contro i manifestanti. Nei Paesi Bassi, le autorità nazionali hanno criticato la sorveglianza biometrica di massa nei supermercati. La coalizione Reclaim Your Face è stata fondamentale nel far luce e contrastare queste tecnologie, e nel richiedere l’intervento delle autorità di controllo. Ad esempio Homo Digitalis ha fatto partire un’indagine del garante privacy greco in Grecia e Bits of Freedom ha supportato le dichiarazioni dell’autorità garante contro la sorveglianza biometrica nei Paesi Bassi. 

Malgrado ciò, è evidente che dobbiamo agire uniti, in contemporanea su più paesi, e necessariamente a livello europeo.

I dati biometrici sono intimamente collegati ai nostri corpi ed ai nostri comportamenti, e quindi possono rivelare informazioni sensibili su chi siamo. Ad esempio, i nostri volti possono essere sfruttati con il riconoscimento facciale per effettuare previsioni o valutazioni sul nostro conto—e lo stesso vale per i nostri occhi, vasi sanguigni, voci, l’andatura o il modo in cui digitiamo i tasti della tastiera.

I governi, le forze dell’ordine e le aziende utilizzano dispositivi per la registrazione (come le videocamere a circuito chiuso) e software per il riconoscimento facciale per monitorare i nostri spostamenti da un luogo a un altro sfruttando le nostre caratteristiche ed identificandoci. La raccolta indiscriminata di dati biometrici svolta in luoghi pubblici come la strada, i parchi, le stazioni ferroviarie, i negozi o i palazzetti dello sport, solo perché stiamo cercando di vivere liberamente le nostre vite, è una sorveglianza biometrica di massa.

Il trattamento di qualsiasi dato biometrico è già vietato dall’UE. Eppure, l’Unione Europea concede alcune deroghe a questo divieto generale che sono alquanto problematiche. Vediamo continuamente abusi di queste tecnologie, introdotte sfruttando questa confusione legale, e che—spesso senza un controllo democratico—finiscono con l’essere installate nei nostri spazi pubblici, disumanizzandoci e trattandoci come dei codici a barre che camminano.