Cos’è il riconoscimento facciale e perché ci interessa

Cos’è

Il riconoscimento facciale è un tipo di applicazione biometrica che utilizza l’analisi statistica e le previsioni algoritmiche per misurare e identificare automaticamente i volti delle persone. Lo scopo, oltre ad attribuire quindi un nome e un cognome al volto analizzato, è anche quello di fornire una valutazione o prendere una decisione: l’algoritmo trova una somiglianza tra il volto ripreso e quello di un sospetto? Allora la polizia interverrà per interrogare quella persona.

Il riconoscimento facciale può compiere diverse tipologie di analisi: dalla verifica di un volto (questa persona corrisponde alla foto del passaporto), all’identificazione di un volto (questa persona corrisponde a qualcuno nel nostro database), alla classificazione di un volto (questa persona è giovane). Altre distinzioni poi riguardano il quando viene utilizzato il riconoscimento facciale: dal vivo (ad esempio, analizzando in tempo reale le riprese delle telecamere a circuito chiuso per vedere se qualcuno per strada corrisponde a un criminale in un database della polizia) o non dal vivo (ad esempio, la corrispondenza di due foto fatta a posteriori).

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Come funziona

Il riconoscimento facciale è una tecnologia biometrica, misura e trasforma il nostro volto in una serie di bit artificiali. Il nostro volto diventa una sequenza incomprensibile ai nostri occhi ma che per i computer è l’equivalente del nostro calco facciale: la posizione degli occhi, la forma del naso, i tratti salienti, vengono tutti fusi insieme.

Gli algoritmi di riconoscimento facciale hanno bisogno di due ingredienti: un database di volti su cui essere addestrati, e un algoritmo che calcola la probabilità che due immagini siano legate alla stessa persona. Diversi algoritmi possono portare a risultati diversi sia in base a come sono stati sviluppati sia su quali immagini sono stati addestrati.

Se un algoritmo vede solo immagini di maschi bianchi sarà bravissimo a riconoscere immagini simili ma sarà completamente incapace di riconoscere volti di donne nere o persone di colore. Ma attenzione: pur non riuscendo a riconoscerle non vuol dire che non produrrà dei risultati. L’algoritmo rischierà di effettuare uno scambio di persona come già avvenuto a Detroit.  

Dobbiamo ricordare che il riconoscimento facciale non è mai oggettivo, e pensare che la tecnologia sia neutra è un grave errore. Secondo l’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA), “un algoritmo non restituisce mai un risultato definitivo, ma solo delle probabilità.” Quando queste probabilità statistiche vengono interpretate come se fossero una certezza neutrale, possono esserci conseguenze negative per i nostri diritti umani e digitali.


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