Con i filtri internet proposti le piattaforme si rivolteranno contro gli utenti: bisogna entrare in azione!

I legislatori europei vogliono rendere le piattaforme internet responsabili per i tuoi contenuti. Saranno così obbligate a filtrare tutti i tuoi contenuti e ad adottare un algoritmo che decida cosa si può caricare e cosa no. Per ridurre i rischi, le piattaforme limiteranno la tua libertà di espressione.

 

Piattaforme

Se le società di internet dovranno monitorare tutti i tuoi upload, saranno anche ritenute responsabili qualora i filtri lascino passare contenuti che avrebbero dovuto essere bloccati. Ma filtrare è difficile. Quando si tratta di copyright i filtri non riconoscono le “zone grigie” quali ad esempio le eccezioni per scopi educativi, le parodie e le citazioni. Così alle piattaforme non rimarranno che due scelte: ridurre i rischi e bloccare tutto ciò che cade in queste zone grigie, o esporsi a rischi maggiori permettendo parodie, citazioni, etc. La reazione delle aziende a questa nuova responsabilità non sarà certo una sorpresa: preferiranno prevenire piuttosto che curare e bloccheranno più del dovuto. Il tuo diritto di espressione varrà sempre meno degli interessi aziendali.

 

Cosa puoi fare?

Le prossime settimane sono cruciali! Manda un tweet o una email a chi ti rappresenta nella commissione JURI. Il 20 giugno verrà presa una decisione sui filtri per l’upload. Usa gli hashtag #CensorshipMachine e #filterfail e fai sapere a chi ti rappresenta che sei contro i filtri di upload (articolo 13). I nostri europarlamentari sono:

 

Nome e id Twitter Gruppo politico EU    Partito nazionale
Laura Ferrara (Vice-Chair)

@LFerraraM5S

  EFDD Movimento 5 Stelle (M5S)
Enrico Gasbarra

@enricogasbarra

  S&D Partito Democratico (PD)
Isabella Adinolfi*

@Isa_Adinolfi

  EFDD Movimento 5 Stelle (M5S)
Mario Borghezio*

n/a

  ENF Lega Nord (LN)
Sergio Gaetano Cofferati*

@Cofferati

  S&D
Stefano Maullu*

@stefanomaullu

  EPP Forza Italia (FI)

 

Abbiamo preparato alcuni tweet per ispirarti, ma sentiti libero di scrivere il tuo.

  • .@MEP Difendi la nostra libertà di espressione online. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.
  • .@MEP Difendi la nostra privacy online. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.
  • .@MEP Fai vedere che hai a cuore la privacy e la libertà di espressione dei cittadini & opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.”
  • .@MEP I filtri internet non funzionano. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.

Con i filtri di internet proposti i cittadini saranno spogliati dei loro diritti: è necessario un tuo intervento!

I legislatori europei stanno lavorando al più grande filtro internet mai visto. Un algoritmo deciderà quali dei tuoi upload saranno visibili al resto del mondo e quali no. Ma i filtri spesso sbagliano. Credi che gli utenti avranno la possibilità di contestare il blocco illegittimo dei loro contenuti? Riflettici.

 

I filtri sbagliano

È chiaramente prevedibile che i filtri internet faranno errori e bloccheranno illegittimamente degli upload. Ecco perché la proposta del filtro internet contiene anche un meccanismo per porre rimedio. Tutto a posto, giusto? Se il tuo articolo o il tuo meme non passa i filtri, puoi semplicemente contattare la piattaforma e risolvere la questione. O forse spiegare perché, nel tuo caso, il filtro dovrebbe fare un’eccezione. Sfortunatamente, non è così che andranno le cose.

 

Sbloccare il contenuto non ripara il danno

Innanzi tutto: la decisione di sbloccare il tuo contenuto può tranquillamente richiedere fino a due settimane. Ma in due settimane può capitare di tutto, e il momento che hai tanto atteso per postare il tuo articolo o il tuo meme, cioè il momento giusto, sarà già passato. Se la procedura di reclamo funziona, sarà fantastico, ma spesso il risultato sarà insufficiente e tardivo.

 

Gli utenti per non correre rischi adotteranno l’autocensura

Secondo, presentare un reclamo non è semplice. Come minimo dovrai identificarti e impegnarti parecchio per spiegare – e provare – per quale motivo il tuo upload sarebbe dovuto passare.

Chi ha tempo da perdere in questioni legali solo per caricare quell’unico video, per giunta lecito?

Hai di meglio da fare. Così la prossima volta che farai un video, eviterai di includere una certa sequenza o una particolare citazione. Il filtro internet non ti impedirà di fare un video, ma lentamente minerà la tua libertà di espressione.

 

Le piattaforme rispetteranno le loro condizioni di servizio, non la legge

Infine, la procedura di reclamo non sarà sempre a tua disposizione. Per minimizzare i rischi e le seccature, le piattaforme amplieranno l’ambito delle condizioni di servizio per poter eliminare qualsiasi contenuto o qualsiasi account per qualunque motivo. Se il tuo upload verrà bloccato per motivi attinenti alle condizioni di servizio, non avrai alcun diritto di reclamo, persino nel caso di un contenuto perfettamente lecito.

 

Cosa puoi fare?

La prossima settimana è cruciale! Manda un tweet o una email a chi ti rappresenta nella commissione JURI. Il 20 giugno verrà presa una decisione sui filtri per l’upload. Usa gli hashtag #CensorshipMachine e #filterfail e fai sapere a chi ti rappresenta che sei contro i filtri di upload (articolo 13). I nostri europarlamentari sono:

 

Nome e id Twitter Gruppo politico EU    Partito nazionale
Laura Ferrara (Vice-Chair)

@LFerraraM5S

  EFDD Movimento 5 Stelle (M5S)
Enrico Gasbarra

@enricogasbarra

  S&D Partito Democratico (PD)
Isabella Adinolfi*

@Isa_Adinolfi

  EFDD Movimento 5 Stelle (M5S)
Mario Borghezio*

n/a

  ENF Lega Nord (LN)
Sergio Gaetano Cofferati*

@Cofferati

  S&D
Stefano Maullu*

@stefanomaullu

  EPP Forza Italia (FI)

 

Abbiamo preparato alcuni tweet per ispirarti, ma sentiti libero di scrivere il tuo.

  • .@MEP Difendi la nostra libertà di espressione online. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.
  • .@MEP Difendi la nostra privacy online. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.
  • .@MEP Fai vedere che hai a cuore la privacy e la libertà di espressione dei cittadini & opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.”
  • .@MEP I filtri internet non funzionano. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.

Centro Hermes partecipa a Consultazione su acquisizione e riuso di software con riferimento al Whistleblowing Anticorruzione

Il Centro Hermes Partecipa alla Consultazione Pubblica su Linee Guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni svoltasi presso il Forum del Team Trasformazione Digitale e Agid che si è conclusa ieri, 5 Maggio 2018.

Già nel 2017 inviammo un appello rivolto ad ANAC per la Tecnologia di Whistleblowing OpenSource, richiedendo che fosse posta grande attenzione nelle modalità di riuso non essendovi regole tecniche certe e non essendo definito alcun requisito funzionale nel bando, ritenendo che questa assenza comportasse seri rischi di riuscita del progetto.

Oggi grazie alle Linee Guida sul Riuso del Software nella Pubblica Amministrazione ci sono e regole certe che, se seguite adeguatamente, porteranno una vera e propria rivoluzione copernicana della PA rispetto ai virtuosismi di riuso, efficienza e risparmio.

Siamo felici di costatare che nelle linee guida riuso vi siano diversi elementi già da noi richiamati nel 2017 nel nostro appello rivolto ad ANAC circa le modalità di riuso del software di Whistleblowing, sopratutto rispetto a un percorso di efficienza, di risparmio per la PA, di crescita di conoscenza bene comune e di prevenzione di abusi da parte di operatori commerciali.

Siamo confidenti che se l’Autorità Nazionale Anticorruzione seguirà dettagliatamente le linee guida sul riuso del software, il progetto sarà un successo e l’Italia potrà vantare il più importante progetto tecnologico “bene comune” al mondo nell’ambito del contrasto alla corruzione.

Un esempio virtuoso di riuso della piattaforma software di whistleblowing è stato praticato dalla Città di Barcellona, che ha portato le modifiche di codice software nel progetto su Github GlobaLeaks, producendo sul proprio repository le guide di installazione, di configurazione e le personalizzazioni contenutistiche.

L’autorità anticorruzione catalana, in completa autonomia, ha infatti replicato il setup di Barcellona ed entrambe le pubbliche amministrazione ora beneficiano della manutenzione evolutiva e correttiva del progetto principale, senza trovarsi nella difficoltà di sostenere importanti costi per il mantenimento di una edizione software autonoma, collaborando ad un unico progetto collaborativo usato in tutti i continenti, con frequenti updates e nuove funzionalità nonché test di sicurezza periodici.

In questo il Centro Hermes si mette a disposizione sia di ANAC che di Agid e Team Trasformazione Digitale per supportare pro-bono e coadiuvare il percorso di riuso del Software di Whistleblowing Anticorruzione, in quanto Maintainer del progetto GlobaLeaks su cui è basato il progetto.

Sono utili ai fini della identificazione del percorso di reintegrazione fra il progetto software GlobaLeaks e l’edizione ANAC, la lettura dei seguenti thread sul Forum Italia Digitale in cui abbiamo risposto ad alcuni referenti IT di PA e cittadini che richiedevano informazioni circa l’adozione di GlobaLeaks e le differenze rispetto al software ANAC. Abbiamo effettuato, per quanto ci è stato possibile, alcune analisi tecniche e funzionali preliminari:

Riportiamo in seguito tutti i contributi del Centro Hermes alla Consultazione sulle Linee Guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni:

La nostra risposta alla consultazione pone l’accento su un caso concreto, quello relativo al software di whistleblowing dove ci si trova nella particola condizione virtuosa in cui il “Software in Riuso” (non ancora rilasciato come tale) è basato sul “Software Opensource”, e quest’ultimo è già attivo e utilizzato da centinaia di PA in autonomia e gratuitamente.

Le PA potranno avere il grande beneficio della integrazione delle modifiche del “software in riuso” nel “software opensource” laddove ANAC rispetterà nel processo di messa in riuso quanto indicato dall’Allegato E: Guida alla modifica di software Open Source di terzi.

Oltre alla risposta alla consultazione siamo a stimolare discussione sulle specifiche esigenze di adeguamento del bando MEPA Servizi ICT, in particolare rispetto alle procedure e modalità di acquisizione di software opensource: Bando ICT MEPA, OpenSource e Linee Guida Acquisizione Software e Riuso

Il più grande filtro internet che l’Europa abbia mai visto realizzare

I legislatori europei stanno lavorando al più grande filtro internet mai visto. Detta così potrebbe quasi sembrare troppo drammatico, ma non è un’esagerazione. Se la proposta sarà accettata, società di internet quali Soundcloud, eBay, Facebook e Flickr saranno obbligate a filtrare tutto ciò che si vuole caricare. Un algoritmo la farà da padrone e deciderà quali upload saranno visibili al resto del mondo e quali no.

Perché non ne ho ancora sentito parlare?

La proposta di questo filtro internet è nascosta nell’articolo 13 della proposta di un nuovo regolamento Europeo sul copyright. Tuttavia, non è difficile immaginare a quali altri impieghi possa essere destinato un filtro internet. Siamo pronti a scommettere qualsiasi cosa che i politici stanno già festeggiando all’idea di sfruttare il suddetto filtro per la battaglia del momento, che si tratti di terrorismo, di fake news oppure di opinioni politiche indesiderate.

 

Le questioni principali

Sono molte le ragioni per non volere un filtro internet. Queste sono le tre più importanti.

1) È un attacco alla tua libertà di espressione. Non starà più a te decidere cosa puoi condividere.

2) I filtri automatici di questo tipo tendono a commettere molti errori e toccherà a te cercare di correggerli. Sai come andrà a finire? Non ci riuscirai!

3) La proposta incentiva le piattaforme ad evitare i rischi – a scapito della tua libertà.

 

Cosa puoi fare?

Le prossime settimane sono cruciali! Manda un tweet o una email a chi ti rappresenta nella commissione JURI. Il 26 e 27 marzo verrà presa una decisione sui filtri per l’upload. Usa gli hashtag #CensorshipMachine e #filterfail e fai sapere a chi ti rappresenta che sei contro i filtri di upload (articolo 13). I nostri europarlamentari sono:

 

Nome e id Twitter Gruppo politico EU    Partito nazionale
Laura Ferrara (Vice-Chair)

@LFerraraM5S

  EFDD Movimento 5 Stelle (M5S)
Enrico Gasbarra

@enricogasbarra

  S&D Partito Democratico (PD)
Isabella Adinolfi*

@Isa_Adinolfi

  EFDD Movimento 5 Stelle (M5S)
Mario Borghezio*

n/a

  ENF Lega Nord (LN)
Sergio Gaetano Cofferati*

@Cofferati

  S&D
Stefano Maullu*

@stefanomaullu

  EPP Forza Italia (FI)

 

Abbiamo preparato alcuni tweet per ispirarti, ma sentiti libero di scrivere il tuo.

  • .@MEP Difendi la nostra libertà di espressione online. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.
  • .@MEP Difendi la nostra privacy online. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.
  • .@MEP Fai vedere che hai a cuore la privacy e la libertà di espressione dei cittadini & opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.”
  • .@MEP I filtri internet non funzionano. Opponiti alla #censorshipmachine nella #copyright Directive proposal.

Il Ruolo del Whistleblowing nella CyberSecurity

Pubblichiamo il paper e relative slide realizzate nel 2016 dal nostro Alessandro Rodolfi sul ruolo del Whistleblowing nella Cybersecurity, con particolare riferimento alla compliance con la ISO 27001 (Information security management) e ISO 31000 (Risk Management).

In seguito: